Sono tornata in azienda e ne sono felice. Un’azienda che produce, che ha macchinari in funzione dalle 6 alle 22, che fa funzionare il magazzino con una logistica perfetta e che soprattutto continua a assumere persone per far crescere il business.
Stiamo parlando di capitali, ma non solo. Stiamo parlando di visione, di organizzazione snella, di investimenti su politiche del personale, con distribuzione attenta dei ruoli e relativo benessere della forza lavoro.
E tutto ciò lo si percepisce appena messo piede nella nuova sede. La sfida ora è trasferire questa grande capacità di fare impresa in una comunicazione che sia vera, attenta e coerente.
Per questo è necessario andare nelle aziende, oltre che studiare i documenti e informarsi sui dati di mercato.
Vivere l’azienda da dentro è importante per poter portare i suoi valori verso l’esterno.
Se poi si è appassionati di cavi e macchinari, è come ricevere un invito a nozze.
Ci vuole metodo
L’entusiasmo è utile, ma è anche necessario sapere come entrare in una realtà produttiva.
Io ho un metodo che parte dal generale per arrivare al particolare:
- ascolto a ruota libera necessità, desideri, così mi faccio una prima idea
- inquadro la struttura, con ruoli e persone
- studio il processo di lavoro, dall’acquisizione dell’ordine alla spedizione della produzione
- faccio domande, per capire all’interno di quello che mi è stato raccontato, cosa può essere sfuggito o non messo abbastanza in luce
- organizzo il materiale raccolto in contenuti principali e secondari
- trasferisco i contenuti in un piano di pubblicazioni
- individuo i canali su cui divulgare i contenuti che creo
Il tutto farcito di chiacchiere e anche di visite nei vari locali, dagli uffici alla produzione, dai computer ai bancali di legno per le spedizioni.
Le parole dicono molto, ma anche gli ambienti di lavoro, per come sono organizzati e vissuti.
La cura degli ambienti di lavoro rivela molto della filosofia di un’azienda, soprattutto ne fa percepire la coerenza. Dichiararsi attenti alle politiche di gestione del personale è una cosa, vedere lavorare le persone in modo sereno è un’altra.
Ascoltare di nuovi macchinari che dimezzano i tempi di produzione, osservare i software all’avanguardia è interessante; vedere come tutto ciò si traduce nel quotidiano è emozionante.
È poi compito mio trasferire questo entusiasmo in parole vere, coerenti e concrete per raccontare all’esterno l’azienda.
Ci vogliono i canali
Saper raccontare è un pezzo del mio lavoro, l’altro è sapere dove raccontare.
Essere ovunque non serve, anzi disperde il messaggio, oramai direi che lo si sa . Quindi parlare poco, parlare meglio, e soprattutto sui canali dove chi interessa alle aziende è pronto ad ascoltare.
L’analisi del target e l’analisi dei canali sono molto importanti e completano il fuoco di potenza che si crea con la narrazione.
Per me è anche necessario capire a che punto si trova un‘azienda nell’utilizzo della sua comunicazione.
Diversi sono i momenti in cui un’azienda può trovarsi, anche se è sul mercato da parecchio tempo:
- ha appena incominciato a raccontarsi
- si racconta ma con discontinuità da tempo
- ha già un buon flusso di comunicazione, vorrebbe potenziarlo
A seconda di dove ci si trova il messaggio e la sua intensità sono davvero differenti e la narrazione deve esser costruita tenendo conto di questo posizionamento, dal quale derivano anche obiettivi diversi:
- nel primo caso, iniziare a raccontare e a far conoscere un’attività
- nel secondo, dare continuità e coerenza alla narrazione
- nel terzo, raggiungere obiettivi di coinvolgimento, scambio, riconoscibilità più alti
Nell’analisi generale, che deve essere fatta prima di attuare il piano, bisogna avere una netta consapevolezza di dove il cursore si ferma sulla scala di posizionamento della comunicazione aziendale.
Ci vogliono i risultati
Di risultati, come di canali, se ne parla sempre. Non devono essere un’ossessione, ma devono essere analizzati, altrimenti resta tutto un po’ vago e a sentimento.
Anche qui vanno fatte delle distinzioni, in base a ciò che si vuole raggiungere, ai tempi e agli investimenti.
Comunicazione non significa né marketing né advertising, significa conquistarsi uno spazio a suon di parole, di storie che trasmettono credibilità.
La comunicazione può essere misurata con gli insight, in like e in engagement, ma soprattutto deve tenere conto del grado di interesse che suscita sui diversi pubblici, che possono essere:
- aziende B2B
- personale in cerca di impiego
- potenziali investitori
- istituti di ricerca per partnership
Prima di arrivare alla agognata conversione, comunico quindi vendo, ci vuole molta strada, ci vuole molta coerenza, ci vuole molta costanza. E una buona risorsa che se ne occupi.
Se la tua azienda non ha ancora pianificato come e cosa comunicare, sei ancora in tempo a farlo.
Puoi prenotare una consulenza e vediamo insieme cosa serve, cosa è prioritario, come organizzare argomenti e canali. Una volta iniziato, ti assicuro che diventerà un pezzo della tua produzione a cui terrai come ai nuovi macchinari su cui hai appena investito.
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